E’ difficile immaginare/capire quale sia stato l’elemento o l’evento che ha scatenato la grande passione di Carmelina per la cucina.
Forse, anzi sicuramente, i fattori sono stati diversi. Prima di tutto l’eredità di mamma Maria, grande appassionata ed apprezzata esperta di cucina che, oltre alle sue ricette, ha saputo trasmettere esperienze, competenze e passione.
Poi i tempi di guerra, con le carestie ed i razionamenti, hanno indotto un desiderio di soddisfare le necessità alimentari che, solo chi ha vissuto qui tempi in prima persona, può comprendere veramente.
E infine l’amore, prima per il suo Renato e poi per la famiglia. Quell’amore “eccessivo” che ha saputo trasformare due giovani, snelli e innamorati, in due sposi, sempre giovani, ma rotondini e cicciottelli.
Già nei tempi del lungo fidanzamento, Carmelina si era data da fare per preparare manicaretti accattivanti che Renato dimostrava di apprezzare sempre con soddisfazione.
Così, un po’ per contraccambiare e un po’ per incoraggiala, Renato le regalò un corposo manuale di cucina – il “Cucchiaio d’Argento” - che è rimasto nello scrigno dei ricordi della loro vita. E’ bello ricordare la dedica che Renato le aveva riservato nella prima pagina del manuale. Sintetica, ma pregna di significati:
“Vicenza, 6 maggio 1952
Alla mia cara Carmelina affinché ammannisca con amore i dolci piatti… dell’amore
Renato”
Tant’è che Carmelina si è appassionata alla cucina ed è divenuta anche un punto di riferimento per amici e parenti che spesso la interpellavano per un consiglio o un suggerimento.
E, naturalmente, soprattutto quando era impegnata con i dolci ed i dolcetti natalizi o pasquali, non si limitava ad una produzione abbondante per soddisfare le “esigenze familiari”, ma raddoppiava il suo impegno – ed il suo piacere – per offrire e condividere le sue bontà con amici, conoscenti e vicini.